Primavera 1967: un'auto di grossa cilindrata, con tre persone a bordo, si schianta contro un platano nel rettilineo che collega Migiandone con Ornavasso. Causa probabile dell'incidente un malore del conducente. Nello schianto perdono la vita il conducente stesso (il Dr. Gianni Botti, medico dentista di Varese), suo figlio Sergio (anni 20) e rimane gravemente ferito il collega, medico dentista in Novara, Dr. Remo Gavazzi.
Quest'ultimo, strappato alla morte, dopo alcuni mesi di sofferenza, sente sorgere in lui un desiderio di gratitudine verso Colui che l'ha salvato, tanto da indurlo a fare un voto: l'idea è quella di costruire una Cappelletta all'Alpe Devero, dove è nata sua moglie (Elsa Alberti) e dove è possessore di una baita (Pedemonte).
Inoltre una Chiesetta sarebbe il degno completamento alle Cappelle della "Via Crucis" che affiancano la strada che porta da Baceno a Croveo, fatte costruire, a suo tempo, dal nonno di sua moglie.
L'iniziativa viene appoggiata sia dalla moglie che dagli amici Ernesto Jussi e Carla De Ambroggi.
Individuata l'esatta postazione, richiesti i vari permessi dal Comune e dalla Curia, viene dato inizio alla costruzione. Inutile parlare di tutte le difficoltà, sia di carattere burocratico che pratico, che si sono dovute superare; resta il fatto che, nella primavera del 1968 tutto diventa realtà.
La Chiesetta viene dedicata a Sant'Apollonia, patrona dei Dentisti e, al fine di omaggiare la Vergine Maria, anche ad un'ipotetica Madonna del Rododendro (fiore montano che ricorda la bellezza naturale del luogo e che circonda quasi totalmente la Chiesetta).
Queste le parole del suo ideatore il giorno della Consacrazione:
"Non sono sorte per un miracolo della natura, ma per nostra ferma volontà, quelle tre punte che ognuno può vedere sorgere fra i larici sulle pendici degradanti che costeggiano la destra del Buscagna. La nuova Chiesetta eleva ardita al cielo i suoi tre acuminati tetti, quasi volesse ringraziare l'Onnipotente per averle concesso di essere messaggera di fede in un luogo che per la sua pace e per le bellezze naturali già sembra guidarci verso i più puri ideali. Fra i larici che le fanno corona , con ai piedi lo scrosciare incessante del torrente, è e sarà certo immagine indimenticabile per tutti coloro che verranno a visitarla."
La forma esterna si presta a due interpretazioni: una mistica (le mani giunte in preghiera) e l'altra naturalistica (il larice). Il tetto più alto funge da campanile e racchiude la storica campana di Agaro.
L'interno è tutto rivestito in legno e, dietro l'altare, un'ampia vetrata si apre su un bosco di larici per ricordare al pellegrino che la natura circonda totalmente l'edificio.
Il pavimento è in pietra locale, l'altare è opera dei F.lli Alberti di Croveo.
Dietro l'altare, sotto la vetrata, due dipinti ad olio: la Madonna del Rododendro (realizzata dallo stesso Dr. Gavazzi) e Sant'Apollonia (del Maestro Ezio Colonna); sempre del Maestro Colonna il leggio in ferro battuto.
Tra i due dipinti il Santo Tabernacolo il cui portale si dice provenga da Casa Savoia.
Altre opere d'arte che arredano il tempio sono dono di fedeli.
Nella storia della Chiesetta si può annoverare la celebrazione di due matrimoni ed un fatto eclatante accaduto nel 1968 durante il raduno nazionale dei medici dentisti all'Alpe Devero.
Quel giorno il celebrante era Mons. Carlo Brugo in rappresentanza del Vescovo di Novara ed erano presenti il Dr. Domenico Palermo di Roma, vice-segretario nazionale dell'Associazione Medici Dentisti Italiani, il Colonnello Manuppelli, direttore dell'Ospedale Militare di Novara ed il Maggiore Lanzetta, Sindaco di Baceno, oltre ad un centinaio di odontoiatri provenienti da tutta Italia.
Tra questi un medico dentista di Genova che, al momento di entrare in chiesa per la Sacra Funzione, avvicinandosi al collega Dr. Gavazzi gli disse di scusarlo, ma che non sarebbe entrato perché ormai da parecchi anni aveva "rotto i ponti col Padreterno".
Terminata la Santa Messa l'odontoiatra di Genova tornò ancora dal Dr. Gavazzi e gli disse di non aver potuto resistere ad una forza che lo attirava all'interno della chiesa dove le calde parole di Mons. Brugo, le preghiere degli astanti ed un raggio di sole che facendosi strada tra i larici illuminava l'altare contribuirono a far rinascere in lui un sentimento di "riappacificazione col Padreterno".
Questa piccola chiesetta non si va a sostituire alla bellezza e all'utilità della chiesa locale già presente, ma ne va a completare la spiritualità e l'incanto del meraviglioso luogo, in quanto sarebbe sorta volutamente in un posto nascosto, e quindi dedicata ai fedeli che, semplicemente, vogliano un momento di preghiera solitaria o di ricerca di serenità dell'anima...nei secoli sono stati tanti i fedeli che hanno voluto rendere omaggio al Signore con questi doni così carichi di profondo significato e gratitudine.